Uno tira l’altro: questi Biscotti del Re piacciono davvero a tutti | I segreti della ricetta della tradizione bolognese
Sono tra i dolci tipici della tradizione romagnola. Morbidi e friabili: vengono considerati i cugini dei cantucci toscani.
All’apparenza potrebbero sembrare dei cantucci ma i dolcetti tanto amati, soprattutto dai bolognesi, non lo sono. Comunemente riconosciuti con il nominativo “Biscotti del Re”, questi dolcetti affondano le loro radici in una cultura molto antica.
Il loro nome è da attribuire al motivo della loro nascita. I dolcetti del Re, infatti, vennero offerti in dono a Vittorio Emanuele III per rimediare ad un errore commesso durante la sua visita nel paese di Altedo.
Insomma, nati come segno di perdono, questi biscotti dall’aspetto dorato, oggi rientrano tra le tradizioni principali del Comune di Bologna. Amati da grandi e piccini, sono davvero irresistibili, ma come si preparano?
I biscotti del Re: dalla storia alla cucina
Come affermato in precedenza, alla base di questa ricetta, vi è una storia ben definita e, conoscerla oggi può aiutare a rendere questa tradizione dei biscotti ancora più significativa. Quando la Prima Guerra era ormai quasi ai suoi momenti finali (1918), il Re Vittorio Emanuele, mentre viaggiava per le campagne emiliane, fece visita alla cittadina di Altedo, un paesino situato ad una cinquantina di chilometri dal capoluogo. Ad attenderlo, però, non vi era il sindaco, il quale mancò all’appuntamento e chiese alla figlia di presenziare al cospetto del Re.
La giovane donna, ignara di quanto stava per accadere, offrì un mazzo di fiori umidi al Re che, però, gli bagnarono i pantaloni. Ed è qui che entrano in gioco i nostri cari biscotti del Re. In segno di profonde scuse, la nonna della giovane e madre del sindaco, pensò di preparare la sua specialità, dei biscotti morbidi e al tempo stesso friabili, gli stessi biscotti che vennero tanti apprezzati dal Re.
Ingredienti e preparazione
Per preparare i biscotti del Re sono necessari 200 g di farina, 100 g di burro, 90 g di zucchero a velo, 3 tuorli grandi, un pizzico di sale, 1/2 bustina di lievito per dolci, scorza di un limone. Ed ancora 150 g di marmellata di albicocche, savoiardi, sciroppo di alchermes, 100 g di amaretti e 50 g gocce di cioccolato fondente
Per prima cosa dovete unire la farina al burro e iniziare ad impastare con le mani. Successivamente aggiungere all’impasto lo zucchero, i tuorli, il sale e il lievito per dolci. Per un sapore più deciso, aggiungere anche la scorza grattugiata di un limone. Continuare ad impastare fino a formare un panetto morbido che poi andrà conservato in frigo per mezz’ora. Nel frattempo, iniziare ad imburrare lo stampo da circa 20/22 cm e inserire la carta forno. Trascorso il tempo necessario, riprendere il panetto di frolla e iniziare a lavorarla, stendendola con l’aiuto di un matterello. Adagiare la sfoglia nello stampo e tagliare i bordi che fuoriescono (ricordate di conservare un po di pasta per la chiusura della crostata).
A questo punto possiamo procedere applicando la marmellata sul fondo e, successivamente i savoiardi bagnati nel succo di alchermes. Il prossimo passo consisterà nell’aggiungere anche gli amaretti bagnati nel caffè e aggiungere le gocce di cioccolato. Richiudere la crostata con l’altro pezzo di pasta frolla rimasto. Una volta chiuso, spennellare la superficie con un po di marmellata di albicocche e adagiare le mandorle. Cuocere nel forno a 170° per 50 minuti. Una volta fredda, iniziate a tagliare i vostri cantucci bolognesi.