La notizia è sconvolgente: migliaia di italiani stanno per perdere il loro lavoro | Le lettere di licenziamento sono già partite
I dipendenti dovranno fare i conti con un nuovo arrivato che potrebbe rubare loro il lavoro. Ecco di cosa si tratta.
Che l’intelligenza artificiale abbia fatto passi da gigante è indubbio. Progettata per pochi campi d’applicazione, oggi possiamo dire che è uno degli strumenti più utilizzati in realtà disparate tra loro.
Nel campo bancario, ad esempio, sta prendendo sempre più potenza e secondo gli istituti bancari, l’intelligenza artificiale sarebbe addirittura capace di dare una forte spinta alla produttività grazie all’ottimizzazione e all’automazione dei processi.
In tal senso un noto istituto bancario ha da poco presentato il suo nuovo piano industriale “B:Dynamic Full Value 2027”, in cui l’AI è protagonista. Un progetto rischioso però per i lavoratori.
Banche e intelligenza artificiale
Come affermato in precedenza, l’intelligenza artificiale viene intesa oggi come un modo per ottimizzare e velocizzare delle azioni che prima venivano svolte dagli esseri umani e che potevano impiegare diverso tempo. Nel piano industriale indicato dall’istituto BPER banca, vi è lo stesso pensiero. L’istituto, infatti, afferma di “voler aumentare la produttività con iniziative di potenziamento delle competenze (up-skilling) e l’internazionalizzazione di attività operative chiave, riducendo al contempo le spese amministrative”.
Sfortunatamente, ciò significa che numerosi posti di lavoro, prima ricoperti da risorse, adesso dovranno essere sgomberati. “L’organico del Gruppo scenderà di circa il 10% a circa 18.500 risorse per fine 2027. Le uscite volontarie, già concordate, ammonteranno a circa 1.600” – continua – “Il gruppo farà 1.100 assunzioni mirate attraendo talenti con competenze specialistiche e ampia esperienza in aree strategiche (es.IT)”.
Il futuro dell’AI nelle banche
A puntare sulla potenza dell’intelligenza artificiale, non è solo BPER Banca. Vi sono, infatti, numerosi istituti che hanno fatto dell’AI il loro punto di forza. Hanno scelto la via dell’ottimizzazione anche istituti del calibro di UBS, nell’ambito europeo, la quale ha rivelato di utilizzare l’intelligenza artificiale per proporre accordi di fusioni e acquisizioni di nuovi clienti. Il tutto grazie a delle analisi delle aziende, svolte in circa 30 secondi. Deutsche Bank, ad esempio, utilizza l’intelligenza artificiale per effettuare analisi accurate dei portafogli dei suoi clienti.
Spostandoci oltreoceano, invece, ritroviamo una visione che si discosta dall’europea di “accompagnamento”, per Jamie Dimon, al JPMorgan Chase & Co., l’intelligenza artificiale invece sarà una vera e propria sostituta. Grazie ad essa, i dipendenti bancari potranno diminuire i loro giorni di lavoro, passando a 3,5 giorni alla settimana. Insomma, possiamo dire che da un lato l’adozione dell’AI ha reso possibile un vero e proprio sviluppo delle aziende, velocizzando tutte le azioni che prima venivano svolte manualmente dagli impiegati. Tuttavia, arrivare a questo grado di sviluppo aziendale può tradursi nell’eliminazione di figure che prima ricoprivano pienamente il proprio ruolo nelle realtà aziendali.