Forlì, la proposta per i lavori sul dopo alluvione arriva dal Medioevo: “Riprendiamo l’intuizione di Caterina Sforza”
Forlì, la città dibatte su come reagire alle (continue) alluvioni. Una minaccia per la quale si fatica a trovare una reale soluzione.
Alluvioni ed Emilia Romagna, un binomio ormai tristemente noto a gran parte degli italiani. La città di Forlì, in questo contesto, non fa eccezione con pesanti danni a seguito delle ultime piene e alluvioni. La città ha sofferto e ha sofferto tanto.
A seguito infatti delle ultime piogge la città, come altre parti della regione, si è ritrovata sommersa, virtualmente sottacqua. Cantine allagate, strade impraticabili, mezzi di emergenza bloccati. Un’alluvione che ha riproposto di nuovo l’urgenza di fare qualcosa, di reagire onde prevenire il prossimo maltempo.
In questo caso l’originale proposta giunge dalla responsabile del tavolo delle associazioni ambientalistiche forlivesi, la sig. ra Ornella Mordenti che ha lungamente riflettuto sulle due alluvioni che, in soli un anno e 4 mesi, hanno colpito Forlì.
Forlì e le alluvioni, un’emergenza perenne
In questo contesto la Mordenti si è chiesta perché non siano state costruite casse di espansione o quantomeno non si abbia alzato gli argini e/o evitato la continua cementificazione di aree naturali, tale da impedire di lasciare uno ‘sfogo’ all’acqua. Sembra pertanto mancare un reale intervento infrastrutturale.
Mordenti però ha una proposta, un’idea che giunge da lontano. Nello specifico nientemeno che dal passato medievale di Forlì. All’epoca la città, dall’essere stata un comune era diventata una signoria gestita dalla dinastia degli Sforza e nello specifico nientemeno che da una donna, la famosa Caterina Sforza.
Forlì e l’incognita delle alluvioni, un pericolo costante
Secondo la Mordenti, nel passato, Caterina Sforza ordinò la costruzione di un canale, tecnicamente uno scolmatore, che deviasse il fiume Montone quando era in piena, sfruttando le cavità già presenti nella zona di campagna. “Perché non si costruiscono canalizzazioni supplementari (scolmatori), riprendendo l’intuizione di Caterina Sforza nel lontano Medioevo, per incanalare una parte dell’acqua prima che arrivi alle porte della città?“: ha riassunto la morenti nella sua proposta.
“Visto che riusciamo a costruire tangenziali o autostrade per risolvere il problema del traffico veicolare eccessivo, potrebbe essere una buona idea costruire anche una ‘tangenziale per i fiumi’” ha commentato Mordenti per Forlì Today. Rimangono però forti incognite legate al costo dell’intera operazione, certo tutt’altro che leggero, ed anche le questioni burocratiche rischiano comunque di rendere lento e tortuoso questo percorso.