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Come funzionerà il bonus anziani 2025? Iniziamo a vedere alcune delle sue caratteristiche, fermo restando che i requisiti di accesso sono molto stringenti.
Italia, paese di bonus. L’ultimo di una lunga lista sarà attivo dal 1 gennaio 2025 quando verrà resa operativa la nuova prestazione universale prevista dal decreto legge 29/2024.
Il provvedimento normativo realizza il cosiddetto ‘patto per la terza età‘. Si tratta di un accordo volto a migliorare le condizioni della popolazione maggiormente anziana, favorendo ideali di vita realmente dignitosi. Si tratta dopotutto oggigiorno di una parte fondamentale della società italiana, tra le più anziane in Europa, sempre più necessaria di adeguate tutele.
In particolare ci si propone ciò attraverso la telemedicina e la prevenzione nell’ambito sanitario. Ancora attraverso la lotta all’isolamento dei più anziani e infine tramite la scelta di far co-abitare gli anziani e le generazioni più giovani.
Non solo parole o promesse in quanto è anche previsto un assegno di assistenza onde migliorare le condizioni di vita della persona anziana residente nella propria casa. Un aiuto concreto pertanto, utilizzabile ad esempio per assumere una badante part time o per passare a un lavoro a regime ridotto onde seguire in prima persona i propri cari.
Come funziona la nuova prestazione universale
Una fondamentale premessa: onde conoscere bene come funzionano simili assegni occorre rivolgersi ai professionisti, è preferibile non affidarsi al fai-da-te dei siti web. In ogni caso un buon CAF o in generale un sindacato potrà essere d’aiuto.
In questo caso la prestazione universale ammonta a un assegno di 850 euro cumulabile con l’assegno di accompagnamento, cioè 531,76 euro. Il totale, nell’insieme, ammonterà a 1380 euro. L’importo viene erogato dall’Inps.
I requisiti per la prestazione universale: ecco i termini previsti
Occorre però fare attenzione a come funzionano i requisiti per accedere all’assegno. Viene infatti richiesta un’età anagrafica, per la persona assistita, di ben ottant’anni, un bisogno assistenziale molto grave, un Isee inferiore ai 6mia euro e la piena titolarità dell’indennità di accompagnamento. Specie guardando all’età, trattasi di requisiti estremamente duri e specifici, non sono dopotutto pochi gli anziani di settant’anni che richiederebbero altrettanta cura.
La non autosufficienza viene definita sulla base dell’età anagrafica e le disabilità precedenti, specificatamente si parla di gravi limitazioni o perdita dell’autonomia nelle attività quotidiane fondamentali. Per ogni dubbio si consiglia di guardare alle specifiche elencate nella Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (Icf) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).