Partito da Modena e ritrovato sull’appennino tosco-emiliano: il triste epilogo dopo tre giorni di ricerche | Nessun sopravvissuto
Drammatica conclusione per l’aereo da turismo disperso sull’Appennino. Ritrovati i poveri resti.
Si è conclusa col peggiore degli esiti possibili l’indagine avviata a seguito della scomparsa di un piccolo aereo da turismo lo scorso martedì 17 settembre. Il velivolo si era involato da Pavullo, presso Frignano, nella provincia di Modena. Purtroppo a seguito di lunghe ed estenuanti ricerche, ecco il drammatico ritrovamento.
Una squadra del Soccorso alpino e speleologico della Regione Toscana ha infatti ritrovato l’apparecchio schiantatosi presso il comune di Fivizzano (Massa Carrara), praticamente sulla linea confinaria con l’Emilia-Romagna.
L’aeroplano era completamente distrutto: niente più che una carlinga completamente nera per le fiamme che lo avevano avvolto, pressoché irriconoscibile. Un relitto deformato per il calore del fuoco, con alcuni pezzi (la portiera, il motore…) appena appena individuabili.
Chi è morto a bordo dell’aereo? In teoria vi erano a bordo un marito con la moglie e un collega d’affari; tutti e tre francesi in visita in Italia. Si tratta pertanto di tre morti straniere.
Le dichiarazioni degli organi competenti: ecco come appariva l’aereo
Specificatamente l’aereo è stato ritrovato su uno dei versanti del Monte Bocco: il Soccorso alpino ha comunicato di aver ritrovato “dei relitti riconducibili all’aeromobile le cui tracce si erano perse il martedì pomeriggio“.
A seguito dell’agghiacciante scoperta non sono mancati i tecnici del servizio regionale della regione Emilia Romagna e un medico per le analisi necessarie dove si è appurato -una formalità considerando lo stato dell’aereo – come i tre passeggeri fossero deceduti nell’impatto. D’altronde, guardando le immagini, davvero poco è rimasto del fragile velivolo.
Le cause dell’incidente: un argomento ancora oscuro
Ma che cos’è successo? Quale può essere stata la causa dell’incidente? L’aereo era uno Yakovlev Yak-18T, tecnicamente un velivolo acrobatico russo per quattro persone. In precedenza aveva partecipato a una competizione acrobatica aerea in Romania; era pertanto un apparecchio rodato e aggirabile. Dalla Romania l’apparecchio si era diretto verso la Francia ma proprio sopra l’Appennino aveva smarrito le proprie tracce.
Il meteo certamente non è stato favorevole: tanta pioggia, raffiche di vento e una visibilità pressoché assente a causa della nebbia. La gestione diretta delle operazioni era stata non a caso affidata all’esperienza di lunga data dell’Aeronautica militare. Paradossalmente proprio durante l’incidente era in corso un’esercitazione internazionale di soccorso aereo denominata ‘Grifone’, riconvertita rapidamente in un’operazione reale.