Altro che marchi migliori: attenzione quando compri questi pomodori e pelati | All’interno tracce di sostanze pericolose
Pomodori e pelati, quali comperare? Una nuova ricerca svela dati preoccupanti per i consumatori.
Ma quanto è buona la pappa di pomodoro, si contava un tempo. Eppure il pomodoro venduto nei supermercati non è affatto così buono, anzi. La qualità negli ultimi anni è scesa sempre di più e specie sotto il profilo sanitario non mancano le incognite.
Di recente uno studio condotto in Svizzera ha permesso di individuare i prodotti ‘problematici’, declamando scientificamente quali pomodori in scatola comperare e quali accuratamente evitare. Piccolo spoiler: l’italiana Mutti non ne esce molto bene.
D’altronde è davvero difficile rinunciare ai pomodori in scatola: indifferente dal formato adottato, i pomodori servono per preparare salse, condimenti per le pizze e diverse zuppe variopinte.
In totale la ricerca svizzera ha testato 14 diversi tipi di pomodori ‘inscatolati’. Nessun prodotto è risultato tossico; le tracce di sostanze nocive, laddove presenti, erano entro limiti legali, però non sono mancante le sorprese e le riconferme. Le coltivazioni naturali, nonostante il fuoco di fila di chi le critica per non massimizzare la produttività, si sono comportate molto meglio, dimostrando di avere prodotti oggettivamente di qualità.
L’analisi sui pomodori, ecco i sorprendenti risultati
Un laboratorio situato in Germania ha compiuto le analisi, in particolare rilevato quanto licopene fosse presente e quanta polpa, al di là del succo. Infine si è scelto di misurare la quantità di ‘licopene’, cioè di pigmento vegetale presente. Esso è molto utile per il sistema immunitario.
Inoltre si è cercato di capire, laddove era possibile, se erano ancora presenti bucce di pomodoro e soprattutto è stata appurata la presenza o meno di 500 diverse forme di pesticidi. Numeri pertanto ingenti, senza lasciare nulla di intentato. infine sono state analizzate persino le muffe e il livello di piombo.
Pomodori in scatola, vediamo insieme le diverse marche
In generale la ricerca ha ‘premiato’ i pomodori pelati biologici di Denner, Coop e Aldi. La coltivazione tradizionale, nonostante gli alti costi, sembra ricambiare con un livello di qualità decisamente superiore. I pomodori a pezzi Mutti invece avevano una notevole quantità di clorato derivante dal lavaggio con acqua clorata.
Guardando ai dati complessivi un terzo dei pomodori ha dimostrato di avere notevoli problematiche, correlate in particolare alla presenza di sostanze nocive. Alcune marche, disponibili però principalmente in Svizzera, aveva livelli di piombo superiori al consentito. E non sono mancate nemmeno tossine da muffa e pesticidi. Un quadro quindi non del tutto positivo.