Ravenna, uccide la moglie malata e poi si costituisce alla polizia: cosa ha spinto l’uomo verso questo folle gesto
Ripercorriamo insieme le ultime novità a proposito del fatto di cronaca nera avvenuto in Emilia Romagna, specificatamente a Ravenna. Una grande tragedia.
Vicende pesanti quelle avvenute in Emilia Romagna, specificatamente a Ravenna, in via Colombo Lolli n. 38b. Ci riferiamo al caso dell’uccisione, da parte del marito E. G., della moglie P. E. E. La donna è stata affogata dall’uomo, un ex bancario in pensione. L’uomo autore del delitto ha infatti 78 anni.
Dai giornali locali, specie Corriere Romagna, trapelano alcuni dettagli della sua confessione, riportati dalla carta stampata. L’uomo infatti è stato ascoltato dal procuratore Marilù Gattelli. La difesa è invece affidata all’avvocato Monica Miserocchi. Tra le prime parole: “Non posso chiudere gli occhi che rivedo la scena“.
L’interrogatorio si è svolto onde ‘fissare’ le dichiarazioni spontanee avute al Nucleo Investigativo dei Carabinieri a seguito dell’arresto. L’uomo – presunto assassino – è infatti accusato di omicidio pluriaggravato dalla minorata difesa e dal rapporto coniugale. Non era solo la moglie, ma una moglie molto malata.
La confessione dell’uomo, le sue presunte ragioni
L’uomo ha dichiarato, nell’ora e mezza di intervista, di come fosse sempre (e lo è tuttora) innamorato di sua moglie. Ragionamenti che non detraggono però dalla colpa di averla uccisa e di averla uccisa mentre inferma e incapace di resistere.
“Ero innamoratissimo di mia moglie, non ci siamo mai separati” sono le parole riportate dal Corriere. Era mattina presto quando si era svegliato e aveva telefonato alla struttura ospedaliera che avrebbe dovuto accogliere la moglie. Questa era infatti affetta da ormai dieci anni da demenza. La malattia neurodegenerativa era in particolare precipitata negli ultimi cinque anni.
Le vicende dell’assassinio: la dinamica del caso
Forse potrebbe aiutare a contestualizzare il delitto il fatto che sia avvenuto in un momento in cui il marito era stato convinto principalmente dai figli a far ricoverare la moglie, cioè la loro madre. La scelta, secondo le congetture giornalistiche, era stata presa sì, ma di malavoglia, solo perchè la situazione clinica della moglie era ormai al di là degli aiuti di una semplice casa.
Secondo la descrizione fornita l’uomo viveva in isolamento con la moglie malata, senza mai uscire di casa se non per le necessità quotidiane o per qualche passeggiata al mare. La casa era stata attrezzata da tempo onde sopperire alle necessità della moglie ed era diventata un pò il rifugio dell’uomo. Una spiegazione però che non può scusare quello che rimane un omicidio ai danni di una persona inferma e parente, in questo caso consorte.