Bologna, due infermiere del Sant’Orsola aggredite da un ex paziente: provvidenziale l’intervento della sicurezza
Violenta aggressione a due infermiere in un ospedale di Bologna. Ignota la causa dietro il gesto.
Non si fermano le aggressioni al personale sanitario. In tutta Italia, iniziando nel periodo Covid e proseguendo anche nel successivo periodo posto Coronavirus, le ultime statistiche sono in tal senso agghiaccianti. Si calcola che quasi il 40,2% abbia subito un’aggressione: il 72% sono donne e il 42% di queste aggressioni fisiche e verbali avviene nel pronto soccorso. Ed è sempre inevitabilmente nel settore pubblico: sono il 90% delle violenze contro gli operatori sanitari.
Rientra purtroppo in questa ‘normalità’ la recente aggressione avvenuta nei confronti di due infermiere del pronto soccorso del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. L’episodio è avvenuto la settimana scorsa. Le due infermiere infatti erano attive durante il turno del pomeriggio.
Un paziente che era stato dimesso il giorno prima e che avevano riconosciuto le aveva avvicinate urlando frasi sconnesse; poi si era passati agli insulti diretti e infine alle minacce. Agghiaccianti, in particolare, le seguenti parole riportate dalle infermiere: “Ti gonfio, vieni fuori, tanto ti faccio una foto, togliti la divisa che ti gonfio“.
Le infermiere però la divisa non se la sono tolta e dopo appena un’ora si è riusciti ad allontanare l’uomo, sebbene con grande fatica. Lo staff sanitario e le stesse forze dell’ordine hanno infatti avuto rilevanti difficoltà: appena i carabinieri, contattati al 112, sono riusciti nell’impresa. Non ci sono state – ed è una gran fortuna – conseguenze reali per le due infermiere, al di fuori del gran spavento.
Il commento del Nursind di Bologna
La sicurezza negli ospedali, anche nell’Emilia Romagna, rimane ora più che mai precaria. Ricordiamo in tal senso la brutale violenza verso un’infermiera del Maggiore avvenuta quest’estate, con ben 13 punti di sutura. “Nonostante le denunce degli ultimi anni, i direttori generali delle nostre aziende non hanno fatto altre che sottovalutare il problema della tutela dei professionisti” ha dichiarato Antonella Rodigliano, segretaria provinciale del Nursind Bologna.
“È da tempo che chiediamo maggiori tutele e più sicurezza, ad esempio con un presidio di polizia vicino ai pronto soccorso della città, anche di tipo privato”: ha concluso Rodigliano.
Le richieste dell’Ordine degli infermieri
In precedenza, nel caso dell’aggressione al Maggiore, l’Ordine degli Infermieri aveva chiesto all’Azienda USL di Bologna di progettare nuovi sistemi di tutela per i più deboli, ma anche e soprattutto per chi li cura. Medici e infermieri prima di tutto.
Purtroppo l’opinione pubblica, dopo una prima vicinanza al mondo infermieristico nel 2020, quando addirittura li si definiva ‘eroi’, sembra essersi stancata dell’argomento. Non va meglio con la popolazione generale dove predomina una sorda indifferenza.