Dozza, esplode una violenta rissa in carcere: feriti anche gli agenti intervenuti per calmare i detenuti
Emilia Romagna, nuovo caos nelle carceri. Stavolta il problema è nella casa circondariale di Dozza.
Se, a causa del caldo e dell’afa, lavorare in ufficio o restare a casa senza l’aria condizionata è difficile, in carcere, senza refrigerio, le condizioni stanno diventando bollenti, degne di un girone dantesco. L’argomento d’altronde infuria tra Parlamento e associazioni umanitarie da diverse settimane: cosa fare onde rendere vivibili le condizioni nei carceri, considerando come il penitenziario non sia una misura punitiva, ma rieducativa?
Il problema appare aggravato da un lato dalle condizioni di estremo sovraffollamento e dall’altro dal personale penitenziario ‘spalato’ su più sedi e più luoghi, gravemente insufficiente onde far fronte alle necessità di sorvegliare e controllare i detenuti. Non citiamo poi i mediatori linguistici, disperatamente necessari considerando le percentuali di cittadini stranieri o immigrati reclusi, loro proprio non esistono il più delle volte.
Non sorprende allora come anche in Emilia-Romagna, nello specifico nella Casa circondariale ‘Dozza’ di Bologna, sia avvenuta una rissa tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria, con tre feriti tra quest’ultimi.
Secondo quanto comunicato dal Sindacato autonomi di polizia penitenziaria (Sappe), i detenuti avevano iniziato a litigare violentemente e ne era nata una rissa; uno degli agenti si era intromesso onde riportare la calma, ma era stato malmenato a sua volta. In particolare un immigrato extracomunitario ha colpito uno dei poliziotti addirittura con un bastone, ferendoli alla schiena e alle gambe. Ne era seguita una chiamata immediata al pronto soccorso.
La rissa si colloca nella cornice di una crescente spirale di proteste (ma anche violenze) da parte dei detenuti italiani che accusano di non avere né sufficienti spazi, né le condizioni di vita dignitose stabilite dalla legge. Ricordiamo che, solo lo scorso luglio, un detenuto si era tolto la vita in cella.
La reazione critica delle associazioni umanitarie
Immediata e fulminea la reazione dell’associazione Luca Coscioni, già impegnata in altre difficili battaglie come il fine vita. La segretaria nazionale Filomena Gallo ha infatti insistito affinché le Aziende sanitarie locali dell’Emilia Romagna “verifichino le condizioni degli istituti penali e intervengano immediatamente per garantire standard minimi di igiene e servizi“. È stata addirittura inviata una diffida.
Senza particolari sorprese il centrodestra ha invece fatto quadrato sugli agenti penitenziari: il Sappe ha subito evidenziato come manchi personale, non vi siano taser a disposizione e sia del tutto insufficiente la dotazione tecnologica. Non vi è modo, secondo il sindacato, di difendersi adeguatamente dalle aggressioni.
La difesa ad oltranza di Fratelli d’Italia
Il senatore di FDI Marco Lisei, a sua volta, è partito all’attacco contro chi proporrebbe di ‘svuotare’ le carceri per i detenuti con reati minori: “Spesso ci si dimentica che il problema delle carceri è anche un problema di lavoro per gli agenti ed anche loro patiscono i problemi che da anni ci tiriamo dietro e che la sinistra ci ha lasciato in eredità“. La soluzione, anche nel caso di Dozza, procede pertanto attraverso più agenti, più personale responsabile.
Il capogruppo della Lega in Consiglio Comunale Matteo di Benedetto ha invece puntato il dito verso la sinistra affermando che “Episodi come questi devono fare fare riflettere, soprattutto quando abbiamo una parte politica che continua a criminalizzare gli agenti“. Una situazione quindi incandescente sia all’interno che all’esterno dei penitenziari.