“Ero depressa e ansiosa”: la difficile confessione del noto volto Rai | Costretta a chiedere aiuto dopo gli abusi e le violenze
Volto noto della televisione italiana mostra per la prima volta un suo lato nascosto: un passato segnato da violenze e abusi.
La penultima puntata del Giffoni Festival ha regalato delle emozioni davvero incredibili e, al contempo anche delle confessioni che hanno fatto rabbrividire gli spettatori. Sul web non si fa altro che parlare dell’aspetto poco noto di un’artista e volto conosciuto della televisione italiana.
Non si era mai raccontata così come ha fatto al Giffoni Festival e ha rivelato dei dettagli raccapriccianti sul suo passato. Stiamo parlando della conduttrice radiofonica e presentatrice tv Ema Stokholma la quale ha raccontato di sé, in una veste del tutto inaspettata.
“La mia infanzia ha modellato il mio carattere. Il passato condiziona il presente, ma non deve influenzare anche il futuro“. Di seguito, vi mostreremo tutte le dichiarazioni di un’infanzia che ha segnato per sempre la sua vita.
Un passato da dimenticare: la storia di Ema
La conduttrice ha rivelato di aver intrapreso un percorso di analisi circa 10 anni fa, percorso che sta attualmente continuando. “Ho vissuto in un ambiente molto violento e abusante, ero depressa e ansiosa da bambina, però in fondo sapevo che quello che mi stava succedendo non era normale”, spiega Ema. Dalle sue parole traspare un dolore straziante ma anche un desiderio di cambiamento, una speranza che non si è mai spenta. È interessante adesso il suo desiderio di rivalsa, dopo aver trascorso gran parte della sua vita a sentisi sbagliata, in difetto a causa di ciò che le accadeva intorno.
“Se potessi tornare indietro, direi alla me adolescente: hai ragione, tieni duro, vai e lasciati andare. Ne vale la pena”, afferma la conduttrice ricordando, inoltre che “non si possono risolvere i problemi con persone abusive e violente, che probabilmente non cambieranno mai”. Proprio nella tenera età, a sei anni, Ema racconta di essere scappata di casa per la prima volta: “avevo bisogno di affetto, di educazione”.
Il messaggio alle vittime di abusi
Un’intervista davvero dolorosa ma che, nel contempo, è stata utile per poter raccontare una situazione che molte donne oggi vivono. Ema Stokholma si è fatta portavoce delle paure, ansie e tormenti che caratterizzano gran parte delle persone che hanno subito le stesse violenze. Fuggire non è sinonimo di debolezza, talvolta diventa una vera e propria necessità, un meccanismo di difesa e di ripresa del proprio essere. “Ero un’adulta spezzata, ma ero libera. Scappate, non cercate di risolvere le situazioni. Non cercate di farvi capire, non cercate aiuto da queste persone, andate via e rivolgetevi a un professionista, perché da queste situazioni non se ne esce da soli”.
Un messaggio chiaro e forte, rivolto ai giovani, nella speranza che nessun altro debba affrontare ciò che le è capitato. A volte evitare queste situazioni è impossibile, ma rinascere da esse è solo una propria scelta che diventa necessaria se ci si vuole salvare e tornare a rinascere.