Piacenza, Vigili del Fuoco in stato di agitazione dopo il mancato arrivo di nuovi mezzi di soccorso: chiesto un confronto con le autorità
I vigili del fuoco di Piacenza hanno riscontrato diverse criticità tali da portare a una protesta. Scopriamo insieme le ragioni dietro lo stato di agitazione.
Cosa faremmo senza i vigili del fuoco? Dalle più piccole emergenze come essere chiusi in casa, alla porta che non funziona, alle piccole emergenze mediche, agli incidenti domestici. Oppure per la pentola lasciata troppo sul fuoco, il ferro da stiro che fa cortocircuito, la batteria dello smartphone che esplode e così via. Giungendo poi alle grandi emergenze come i roghi industriali, le navi in fiamme, gli impianti chimici distrutti e così via. Senza poi dimenticare la forza della natura come boschi distrutti, coltivazioni in fiamme, riserve naturali devastate. Insomma, dove c’è un fuoco, c’è un pompiere.
In questo contesto sono stati i sindacati dei pompieri, rispettivamente Conapo, Cgil e Cisl, ad annunciare lo stato di agitazione. E non per l’Emilia-Romagna tutta, ma per una specifica città, tecnicamente per il Comando dei Vigili del Piacenza.
Come mai? Non vi sono state risposte esaurienti alle criticità segnalate da tempo che secondo le sigle sindacali impediscono di svolgere in maniera efficace e sicura il proprio lavoro.
Considerando come luglio-agosto siano i periodi ‘caldi’ per gli incendi, ciò risulta doppiamente pericoloso. Siamo infatti nel periodo in cui un piromane, una disattenzione umana o un fulmine, possono causare incendi devastanti, capaci di distruggere enormi aree.
Le problematiche evidenziate dal Comando: quali sono
In particolare i tre sindacati lamentano: “la mancata assegnazione di nuovi mezzi di soccorso“. Infatti: “Il Comando ha un parco mezzi molto vecchio e con mezzi quasi sempre fermi per riparazioni“.
Ma non basta, perchè come se non fosse sufficiente mancano: “nuovi mezzi come autopompe e autobotti, mezzi di movimento terra e di colonna mobile per contrastare calamità naturali“. Il caso emblematico è l’autoscala di servizio della quale si chiede il rimpiazzo da oltre mezzo secolo ma senza risultati. Inoltre non vi sono scivoli per alaggi per le imbarcazioni nel fiume Pò, né un mezzo già ormeggiato, pronto all’uso.
Gli aiuti promessi e mai arrivati
Mancano inoltre assunzioni per coprire le sedi di servizio e la sala operativa. In tal senso il direttore regionale aveva promesso di risolvere alcune di queste problematiche, ma tutt’oggi il problema persiste.
Il primo passo per la risoluzione del problema consisterà, secondo i sindacati, nell’attivazione della procedura di raffreddamento ai sensi della Legge 149/90 e successive modifiche. Una situazione che andrà seguita con molta attenzione.