Altro che frutta salutare: non mangiare queste pesche per nessun motivo | Al loro interno qualcosa di agghiacciante
Una recente indagine tedesca sulla qualità delle pesche al supermercato ha svelato dettagli inquietanti, degni di uno scoop.
Pesticidi e frutta, un’accoppiata che non si desirerebbe vedere, eppure spesso se ne parla, se ne discute accalorandosi sulla reale presenza o meno di pesticidi sulla buccia dei propri frutti prediletti. In questo caso ci riferiamo a un’indagine condotta sulle pesche in Germania, volta a scoprire quali pesticidi siano presenti, in quali quantità e (se) eventualmente ve ne sono che non appartengono all’Unione Europea.
Ma cosa è stato scoperto? Ebbene di solito la frutta e la verdura possono essere contaminati, a causa dei processi di lavorazione, dai pesticidi utilizzati per proteggere il raccolto e da altre sostanze chimiche, oltre alle onnipresenti microplastiche.
Un test di laboratorio, finanziato dalla rivista germanica Öko-Test, ha sottoposto a rigorosi accertamenti le cosiddette “pesche nettarine”, una tipologia di frutta apprezzatissima nei mesi estivi.
Sono state analizzate dodici confezioni di pesche nettarine, specie biologiche e non si sono risparmiati sforzi alla ricerca di possibili pesticidi. Non sono mancate le pesche biologiche.
I risultati dell’analisi: dati che sorprendono
Partiamo dall’ovvio: tutte le pesche nettarine testate contenevano pesticidi. L’unica eccezione era quella biologica. Molti contenevano diversi pesticidi in un’unica soluzione, tale da generare molteplici problemi.
Le pesche dal Cile in particolare contenevano spirodiclofen, un insetticida vietato dall’Unione Europea perchè produce effetti cancerogeni e tossici per la riproduzione. Anche il Sudafrica, in maniera molto simile, si presentava ‘problematico’ per la quantità di pesticidi presenti.
I migliori risultati europei
Le pesche nettarine migliori provenivano invece dalla Spagna, in particolare le pesche di Norma, Alnatura e Aldi. In generale i paesi mediterranei occidentali – Italia e Spagna – sembrano avere standard qualitativi decisamente molto più alti, molto più fruttuosi, nel senso letterale del termine. Ma quale regola seguire quando si vuole essere sicuri della qualità dei propri cibi?
In generale comperare a livello locale è sempre preferibile e comperare in territori all’interno dell’Unione Europea, tutelati dalle sue leggi, lo è ancora di più. Spesso non ci si rende conto di quanto selvaggia e pericolosa sia la situazione al di fuori dell’unione, con un uso di insetticidi vietati da decenni nei paesi occidentali. La bancarella della fattoria ‘di casa’ è spesso l’opzione migliore, a patto che provenga da una coltivazione biologica. Insomma, ci riferiamo al solito ‘chilometro zero’ di cui tanto si parla.