Emilia Romagna, non si potrà lavorare all’aperto nelle ore più calde della giornata: firmata l’ordinanza ufficiale
L’Emilia Romagna prova a tutelare i lavoratori sfiancati dal caldo. Vediamo insieme i dettagli del provvedimento regionale.
Quali sono i rischi di lavorare col caldo? Occorre innanzitutto distinguere da caso a caso, operando dovuti distinguo. Non ci stiamo infatti qui riferendo al calore ‘normale’, ma alle ondate di calore che imperversano in determinati periodi con un elevatissimo tasso di umidità, un sole quanto mai attivo e rigoglioso e la pressoché totale assenza di vento.
Il corpo, in circostanze normali, si raffredda attraverso il sudore però se l’umidità è troppo alta nonostante il sudore continuo il corpo non riesce ad espellere gli elementi nocivi. Ne consegue che la temperatura aumenta senza sosta, generando potenziali danni al corpo, specie al cervello.
In lievi dosi, a seguito di un’esposizione ad esempio di qualche ora a elevate temperature, il corpo può avere crampi, svenimenti, edemi o vere e proprie congestioni. Occorre, per i lavoratori, porre particolare attenzione ai crampi dovuti a una mancanza di liquidi, specie a seguito di un lavoro intenso.
Altrettanto doloroso l’edema, quando si verifica un accumulo di liquidi nelle gambe, fonte di forti dolori. Una buona soluzione, in questi casi, è tenere le gambe sollevate e praticare delle docce fredde agli arti inferiori. Vi sono poi le più familiari congestioni, lo stress da calore, la disidratazione e naturalmente il colpo di calore.
I provvedimenti per i lavoratori in Emilia Romagna, le conseguenze del caldo
In questo caso l’Emilia-Romagna, a differenza di altre regioni, ha provato a tutelare almeno alcune categorie dei lavoratori, vietando il lavoro in specifiche fasce orarie. Non è una procedura comune, ad esempio nella maggior parte delle regioni del nord Italia vi sono muratori, anche anziani, che lavorano nelle ore più calde del giorno.
In questo caso il provvedimento regionale specifica che i lavori, tra le 12.30 e le 16, devono fermarsi ed è rivolto verso gli addetti dell’edilizia, dell’agricoltura e del florovivaismo.
Quando vige il divieto, ecco i dettagli
In quest’ambito occorre specificare come il divieto valga nelle zone con un livello ‘elevato’ di esposizione al calore. Il provvedimento rimarrà in vigore dal 29 luglio al 31 agosto 2024 e corrisponderà alle aree indicate dalle mappe nazioni del rischio.
Un’ordinanza, è scontato sottolinearlo, pienamente condivisa dai sindacati e dalle associazioni di categoria, specie dall’INAIL che già dispone del progetto ‘Worklimate‘, una piattaforma che analizza il rischio del caldo.