Rimini, minaccia il prete con un coltello e porta via tutti i soldi delle offerte: arrestato un giovane senza fissa dimora
Rapina a mano armata a Rimini, ma la vittima non è né una banca, né un’azienda, quanto una chiesa.
Anche tra i criminali vi sono diversi livelli di efferatezza, di rispettabilità nel proprio crimine. C’è chi, ad esempio, non danneggerebbe mai un ospedale essendo un luogo di cura; o chi non rapinerebbe mai una piccola realtà come un’edicola, una panetteria e così via. Troppo bassi gli incassi, dopotutto; ma è l’immoralità stessa dell’atto a colpire e suggestionare.
E si potrebbe compiere l’identico ragionamento con le vittime: è diverso rapinare un imprenditore o una persona molto anziana o molto malata. Certo esistono malviventi che non si fermano dinanzi a nulla, che non indietreggiano di fronte a nessuna efferatezza non importa quanto pesante.
In questo contesto sicuramente rapinare una chiesa si colloca ai gradini più bassi del tutto: un ladro davvero disperato viene da commentare. Eppure è quanto avvenuto in Emilia Romagna, specificatamente a Rimini.
Lo scorso 16 luglio un sacerdote stava pacificamente dormendo nella sua parrocchia quando qualcuno gli ha puntato un coltello alla gola. Si trattava di un rapinatore che, entrato in chiesa, lo ha obbligato a consegnargli tutto quello che aveva. Uno scarso bottino: appena 500 euro di donazioni dei poveri fedeli.
Come il ladro è stato rintracciato
Dopo aver arraffato il bottino, il ladro si è dileguato presso la stazione ferroviaria, ma i suoi inseguitori erano già sulle loro tracce, le forze dell’ordine erano già impegnate a investigare. Le forze dell’ordine hanno infatti subito sentito la testimonianza del prete che ha meticolosamente descritto i tatuaggi dell’aggressore. Non hanno guastato poi le immagini della videosorveglianza.
Ma che cosa è emerso? Si tratterebbe di un trentaseienne originario di Mantova, già condannato per reati precedenti. Non ha fissa dimora ed è facilmente riconoscibile per i tatuaggi che adornano braccia e collo. In precedenza si era già macchiato di simili inqualificabili crimini.
L’arresto del ladro della chiesa
Dopo una ricerca durata alcuni giorni si è scoperto come l’uomo fosse già stato oggetto di controlli a Bologna da parte della Polfer; l’ennesimo reato contro il patrimonio, non una grande sorpresa. È stato così possibile bloccarlo, trasportarlo alla Questura di Rimini e accertare che sì, il suo nome era proprio quello.
Il ladro 36enne è stato allora sottoposto a fermo e trasferito nella Casa Circondariale di Rimini dove verrà processato a breve e – si auspicano le (tante) vittime – condannato per i suoi crimini.