Se vai in Emilia Romagna devi ordinare questo dolce: squisito e semplice da preparare | Lo fanno ancora secondo la tradizione
Chi non conosce la pinza? Ma non tutti conoscono la sua variante bolognese. Scopriamo insieme come prepararla e cosa la caratterizza.
Regione che vai, prelibatezza che trovi. Un ragionamento valido anche e soprattutto per l’Emilia-Romagna dove non mancano le prelibatezze, i cibi etnici assai apprezzati dai locali e dagli onnipresenti turisti.
Nel caso di Bologna primeggia, nell’ambito dei dolci, la famosa ‘pinza bolognese’. Un piatto semplice da fare e da gustare: niente bizzarre leccornie inserite all’interno, nessuna crema o esotica preparazione.
La pinza dopotutto veniva creata negli ambienti contadini, con materiali poveri e senza particolari strumenti. Tutti, in un modo o nell’altro, sapevano preparare la pinza. La madre – o la moglie – la cucinava nelle occasioni di festa, non importa quanto difficile fosse la situazione.
Come preparare dunque le pinze? Come procedere? Non è così difficile e – a differenza dei prezzi proposti dalle panetterie e dalle pasticcerie – è anche piuttosto economico. Un ottimo passatempo negli intervalli tra il lavoro o in una sonnacchiosa giornata del weekend.
Come preparare la pinza, un’agile guida
Avvertiamo fin dall’inizio che, onde ottenere un prodotto perfetto, la guida video aiuta davvero molto. Vedere materialmente come cucinare, cosa mescolare, quanto cuocere… è un aiuto insostituibile.
In assenza di ciò partiamo dal mescolare acqua, zucchero, lievito per dolci, un pizzico di sale e un uomo. L’ingrediente segreto in questo caso è la scorza di limone grattugiato. Successivamente l’impasto viene steso su un foglio di carta da forno e cosparso di mostarda. Non deve mancare un pò di panna liquida. Il dolce viene poi arrotolato su sé stesso e cotto in forno.
Le origini storiche della pinza
Pinza o pizza? La somiglianza onomatopeica non è casuale, perchè si tratta in entrambi i casi di alimenti poveri, con una simile derivazione. Alla fine che cosa c’è, in fondo? Un impasto steso, farcito e cotto. Naturalmente la pinza è dolce, a differenza della pizza. L’elemento segreto è la mostarda: una confettura di frutta mista, con mele cotogne, pere, prugne e le arance. Di solito, nei tempi antichi, veniva conservata al fresco per lunghi mesi.
In questo caso la pinza affonda le sue origini nel Rinascimento. La prima traccia di una pinza vera e propria compare nel 1644 quando Vincenzo Tanara menziona un dolce tipico del popolino, die contadini un dolce ovale ripieno di frutta secca. La prova scritta è contenuta all’interno de ‘L’economia del cittadino in villa‘.