Quando vedi questo animale non toccarlo | Hai sempre pensato fosse innocuo: secondo gli esperti è tra i più pericolosi
Tra i tanti insetti che infestano le case c’è uno specifico che di rado associamo al pericolo o genericamente al fastidio: eppure può essere mortale.
Di solito associamo la coccinella a sensazioni positive, a una ‘lieta vista’; a differenza del ragno, delle formiche o delle zanzare è rara e benvenuta nelle case o sulle proprie piante.
Tra le diverse coccinelle esiste tuttavia una specie particolare, la ‘Arlecchino‘. Si tratta di un insetto, di origine asiatica, che sta generando qualche preoccupazione nella Gran Bretagna per la sua numerosità e per diversi comportamenti potenzialmente pericolosi. Quanto ci vorrà prima che la coccinella arlecchino giunga anche in Italia? Impossibile stimarlo, ma è probabile che prima o poi avverrà.
Tecnicamente nota come Harmonia axyridis, la coccinella in questione cerca di entrare nelle case nei periodi freddi, ad esempio tra gennaio e febbraio. Ed è una coccinella di grandi dimensioni, quasi una ‘sorella maggiore’ di quelle che siamo abituati a vedere.
Ma che cosa fa, di tanto terribile, la coccinella arlecchino? Ebbene spruzza la cosiddetta ‘emolinfa‘ che può sporcare le pareti e, se la coccinella è dentro un mobile, rovinare il legno. Se invece la coccinella in questione si nasconde tra i vestiti o le tende le sporca irrimediabilmente.
I pericoli dell’emolinfa, una sostanza poco conosciuta
Non si tratta soltanto di una questione di pulizia, considerando come la coccinella in questione rilasci un’emolinfa che può generare violente allergie. Chi è sensibile inizia ad avere problemi di respirazione (asma), al naso (rinite), agli occhi (congiuntivite) e alla pelle (orticaria).
Nel caso invece delle coltivazioni, la coccinella arlecchino si infiltra all’interno dei grappoli dell’uva e rilasciando l’emolinfa danneggia l’intero raccolto. L’emolinfa contiene infatti, tra le tante cose, le metossipirazine, cioè delle sostanze che modificano senza speranza di correzione il sapore del vino e il suo aroma.
La coccinella arlecchino in Italia: ecco la situazione
Per quanto concerne la penisola non si registrano, come sottolineato nel preambolo, numeri paragonabili a quelli del Regno Unito. La coccinella in questione è giunta nel 2006, ma presenza una diversa diffusione a seconda dell’area geografica. In generale però anche in Italia aumentano le segnalazioni e gli avvistamenti, coi relativi danni agli ecosistemi locali.
Si tratta infatti di un predatore assai aggressivo e onnivoro, capace di divorare molte specie locali: dagli afidi, alle cocciniglie, alle larve di coccinella e ad altri insetti. Le specie autoctone vengono, se non stravolte, certo molto maltrattate. Il numero in generale cala drasticamente.