Il caso di Forlì-Cesena, si piazza tra le province con il maggior numero di testamenti biologici: i dati relativi all’Emilia
Emilia Romagna: cresce il numero di testamenti biologici. È tra le prime cinque regioni italiane per numero di DAT.
L’Emilia Romagna è tra le prime cinque regioni italiane che hanno depositato un numero maggiore di Disposizioni anticipate di trattamento, con una proporzione di circa 1 ogni 143 maggiorenni.
Quanto parliamo di DAT, facciamo comunemente riferimento al “testamento biologico”, anche chiamato “biotestamento”. Si traduce nella facoltà di scegliere il proprio futuro, è una sorta di tutela per l’individuo. In quest’ottica, redigere un testamento biologico equivale ad effettuare una scelta libera e volontaria che sancisce il diritto di ogni cittadino a vivere la propria vita con dignità, anche nella sofferenza.
Tuttavia, la mancata Relazione del Ministero della Salute che avrebbe dovuto essere pubblicata il 30 aprile, ha comportato l’entrata in atto dell’Associazione Luca Coscioni, che mira a promuove un accesso agli atti generalizzato per aiutare i Comuni italiani nella ricerca del numero di Disposizioni Anticipate di Trattamento.
Gli aggiornamenti della legge sul testamento biologico
Secondo quanto pubblicato nell’Osservatorio DAT, promosso dall’Associazione Luca Coscioni, l’Emilia Romagna sarebbe una delle prime cinque regioni italiane per numero di DAT depositate: 1 DAT ogni 143 maggiorenni. Tra le provincie, spiccano:
- Forlì – Cesena: 1 DAT ogni 112 abitanti;
- Ravenna: 1 DAT ogni 118 abitanti;
- Modena: 1 DAT ogni 127 abitanti.
A seguire, Bologna si classifica al quinto posto per numero di DAT depositate con 2.178 registrazioni. Modena e Parma, seguono rispettivamente con 1.451 e 1.230 DAT. Ravenna, invece, si posiziona all’undicesimo posto con una media complessiva di 1.191 DAT depositate.
L’operato dell’Associazione Luca Coscioni
I responsabili dell’Associazione affermano come sia difficile svolgere, in questi casi, un ruolo sostitutivo allo Stato, proprio come dichiarato dal segretario nazionale Filomena Gallo e dal tesoriere dell’Associazione, Marco Cappato: “Anche sul testamento biologico siamo costretti a sostituirci allo Stato nel fornire informazioni e servizi alla persona a causa dell’inazione delle istituzioni. È ciò che accade sul tema dell’aiuto medico alla morte volontaria, rispetto al quale, nell’inerzia del Parlamento sarà la Corte costituzionale a dover intervenire nei prossimi giorni per chiarire i confini del diritto esistenti”.
Gli stessi, affermano come negli ultimi 12 mesi sia aumentato il numero di chiamate al “Numero Bianco dell’Associazione Luca Coscioni”, molte più persone sono propense ad avere informazioni sul fine vita. La media è di 43 richieste al giorno, con un aumento registrato del 28% rispetto al 2022.