Ravenna, braccio di ferro in consiglio comunale sulla crisi di Cofari: “Non spetta a noi risolverla”
Novità nell’ambito della crisi Cofari avvenuta a Ravenna. Nuovi botta e risposta tra Comune, opposizione e sindacati.
Il Comune di Ravenna risponde – diretto e conciso – ai due ordini del giorno relativi alla crisi di Cofari, la Cooperativa Facchini Riuniti delle Bassette. Questa infatti la scorsa primavera (aprile 2024) ha chiuso il settore dei traslochi e ha venduto quello del facchinaggio. Una crisi molto grave per la cooperativa, anche perchè gli assunti non erano pochi.
Eppure il Comune tira dritto, afferma di non interessarsi: “Non spetta all’amministrazione comunale dirimere controversie sindacali o gestire stati di crisi aziendali, i quali competono per legge agli organi preposti“, questa è l’esatta risposta.
La scelta di chiudere aveva suscitato una levata di scudi: Alberto Ancarani, di Forza Italia, si era chiesto, in via retorica, “come fosse possibile che l’amministrazione comunale non ne sapesse proprio nulla“. La Lista per Ravenna Alvaro Ancisi aveva invece denunciato il silenzio assoluto sulla vicenda.
Il Comune in ogni caso ha cercato di ‘smarcarsi’ dalla situazione, di spiegare che si tratta di un rapporto tutto interno a Cofari, i soci, l’Inps e l’Inail. Un ginepraio nel quale l’amministrazione comunale non sembra voler mettere mano. Vicinanza e persino solidarietà, certo; azione diretta invece assolutamente no.
La vertenza con l’Inps
Si discute infatti, con Cofari, la questione della vertenza con l’Inps, risalente ancora al 2009. Si chiariva all’epoca come lo stato di crisi fosse temporaneo. Allo stato attuale la vertenza viene gestita dal comitato nazionale Inps.
Si ritiene infatti inopportuno che un assessore o un Comune si frappongano nel mezzo di una vertenza giuridica, di un dialogo a tre tra pubblico, privato e sindacati. Si parla addirittura di ‘silenzio mediatico’.
No crisi, ma ‘valorizzazione’
Non si tratterebbe inoltre di crisi in senso tecnico secondo il Comune, tutto il contrario, si vuole definire con esattezza il patrimonio complessivo della Cooperativa onde saperlo gestire. L’ amministrazione comunale ha inoltre ricordato come il ramo facchinaggio sia stato completamente riassunto nella nuova azienda con 90 nuovi lavoratori.
Attualmente restano, secondo il Comune, due dipendenti della Cooperativa ancora assunti nel ramo Depositi. Il ramo traslochi, grazie all’impegno dei sindacati e di Legacoop, è stato licenziato e riassunto in molteplici imprese del territorio. 104 soci ‘storici‘ della cooperativa hanno avuto pertanto il proprio lavoro confermato. Però resta la questione delle quote dei soci che difficilmente verranno restituite secondo l’opposizione di centrodestra che rimprovera la debolezza cronica delle cooperative.