Renzo Arbore, dopo anni spunta il vero segreto del suo successo: farete fatica a crederci
Renzo Arbore ha svelato alcuni segreti della sua stravagante dimora. Scopriamoli tutti insieme, uno a uno. Non mancano infatti le sorprese.
Chi è Renzo Arbore? Foggiano, figlio di un dentista, si distinse fin dall’adolescenza per le grandi doti musicali. Il suo primo storico esordio su in un gruppo di dixieland, a Nocera. Ma oggigiorno il suo nome vive in rapporto a un medium specifico, la televisione e una città particolare, Napoli.
Fu l’inizio di una luminosa e sfaccettata carriera, all’insegna della musica: dapprima come musicista, poi cantante, infine conduttore radiofonico e televisivo. In particolare Arbore seppe ‘scovare’ nuovi personaggi ‘geniali’ della televisione come Benigni, Frassica, Luttazzi e tanti altri.
Tra i suoi tanti meriti, stavolta nell’ambito della musica classica, occorre ricordare la famosa ‘Orchestra Italiana‘ gestita da quindici solisti che seppero dare valore (e dignità) al mandolino. Ma senza dimenticare, invece nel campo della musica da ballo, il suo ruolo di disk jokey.
Negli ultimi anni spesso ha presto la propria voce quale doppiatore, ad esempio per film d’animazione e per documentari, specie in memoria dei suoi amati vinili. Ha anche avuto una sua piccola trasmissione televisiva.
La casa di Renzo Arbore
Un’indagine di Fanpage ha permesso di ‘entrare‘ dentro la favoleggiata casa di Renzo Arbore. Un luogo davvero ‘unico’ nel suo genere, decisamente particolare. Colpisce, fin da subito, l’accumulo mostruoso di oggetti.
Arbore fu infatti il primo a collezionare mobili di plastica, dal 1960 in poi: una moda oggigiorno dimenticata, perchè la plastica piace molto meno a confronto col passato. Il primo oggetto di design comperato da Arbore fu una radio in quel di New York.
Il ruolo di collezionista di Renzo Arbore
Arbore ha raccontato di aver iniziato la propria collezione quale risultato dell’essere ricco: poteva permettersi quanto desiderava e ha iniziato a comperare oggetti di suo diletto. Sebbene, di reale valore, ritenga che vi sia poco o nulla. Anzi, lui stessa le definisce ‘stron*ate‘. Si va dai telefoni di plastica alle sveglie degli anni ottanta. I famosi ‘gadgets’ che tanto andavano in voga durante gli anni del benessere economico.
Arbore in particolare ha spiegato come voglia trasformare la sua collezione in uno spazio museale a Foggia e di come non abbia un vero e proprio catalogo, sebbene a mente sappia dove sono i principali ‘pezzi’ della sua collezione. Si tratta di centinaia di oggetti, alcuni ancora imbustati. Chissà quante meraviglie plasticose nascondono.