Altro che risparmiare 1000 euro | La nuova mazzata delle Agenzia delle entrate colpisce 1 italiano su 3: il motivo è solo e solamente questo
Si discute, negli ultimi tempi, di una nuova tassazione sugli immobili. Vediamo insieme che cosa sappiamo, senza esigenze di completezza.
Nuovo governo, nuova tassazione. Le piogge di bonus dei diversi governi, al di là della coloritura politica, prevedono determinati fondi; ed egualmente i continui tagli alle tasse per imprenditori e partite iva non possono realizzarsi senza una ‘dolorosa’ sforbiciata ai servizi sociali dei cittadini.
Non deve allora sorprendere che si discuta di una nuova tassa, stavolta sulle case. Servono, molto banalmente, altri fondi; per ‘tagliare’ le tasse ai più abbienti, per supportare i favori a quella data categoria o a quell’altra, dai tassisti ai gestori delle spiagge. Nonostante ciò si ponga in palese contraddizione con un governo di destra che ha fatto delle tasse il proprio ‘nemico’.
In questo caso ci riferiamo a una nuova tassazione sugli immobili ristrutturati con il superbonus. In questo caso si tratta di una tassazione che va a colpire chi vende la seconda casa ristrutturata con il superbonus prima che siano passati 10 anni dal recupero. In altre parole si ‘punisce’ voler vedere la propria casa in buone condizioni.
La nuova imposta prevede una tassazione al 26% per la plusvalenza cioè per l’effettivo guadagno del soggetto. Una legge finalizzata a ‘punire chi ha utilizzato il bonus non per le sue necessità abitative, ma per arricchirsi.
Come funzionerà la nuova tassazione, le prime indiscrezioni
A fronte di un timor panico tra la popolazione, l’Agenzia delle Entrate è tornata a commentare con una delle sue famose circolari. In particolare ha chiarito che la tassazione si applica anche quando viene venduto un appartamento che non è stato toccato dal restauro; conta infatti anche il lavoro sulle parti in comune di un condominio.
I dieci anni inoltre vengono calcolati dalla fine dei lavori; non prima e non dopo. Occorre dunque considerare un lasso di tempo abbastanza ampio, difficile da abbracciare nella sua interezza.
La deducibilità o meno del bonus
La circolare delle Agenzie delle Entrate chiarisce inoltre che il bonus non è deducibile per i primi 5 anni e al 50% per quelli successivi. Un dato applicabile solo al Superbonus al 110%, assente invece nel caso degli interventi con incentivo al 90 o al 70%.
Inoltre, sempre nell’ambito di chi ha fruito del bonus al 110%, occorre ricordare che chi lo ha inserito come detrazione nella dichiarazione dei redditi l’indeducibilità non viene applicata. E’ infatti prevista solo chi ha utilizzato cessione del credito e sconto in fattura.