Agenzia delle entrate ti punisce per questo errore: non farlo più p perdi migliaia di euro in meno di 5 minuti
Avere a che fare con il fisco non è mai semplice: arrivano molte novità che cambieranno completamente lo scenario.
A nessuno piace spendere soldi, e questo si evince in maniera particolare quando si parla di tasse. In questo caso, però, bisognerebbe considerare che la finalità del gettito fiscale è molto più nobile di quanto si pensi. In effetti, le tasse sono il principale mezzo di sostentamento per i servizi dello Stato.
In mancanza di introiti fiscali, l’apparato statale non potrebbe più garantire servizi di base come l’educazione, il trasporto e la sanità. Per questo motivo ogni governo si ritrova in una situazione complicata: da una parte, ha bisogno di un certo ingresso monetario; dall’altro, i cittadini hanno bisogno di sentirsi dire che le tasse diminuiranno.
A gestire il flusso di cassa delle tasse ci pensa l’Agenzia delle Entrate. Proprio in questi giorni sono stati pubblicati in Gazzetta ufficiale due decreti che cambiano sostanzialmente il modo che il fisco ha di rapportarsi con i contribuenti.
Le modifiche principali sono due, e riguardano due ambiti differenti. La prima è l’interpello preventivo, mentre la seconda prevede modifiche al codice di condotta da accordare con le imprese.
L’interpello preventivo
L’interpello preventivo si inserisce nell’ambito più ampio dell’adempimento collaborativo e mira a rafforzare il dialogo tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti. Tra le modifiche più rilevanti, troviamo l’introduzione di un invito al contraddittorio da parte dell’Agenzia delle Entrate prima di notificare al contribuente una risposta sfavorevole a un’istanza di interpello o di qualsiasi altra posizione contraria a una comunicazione di rischio.
Questo permette al contribuente di essere informato in anticipo e di poter presentare le proprie osservazioni. Inoltre, è previsto che l’ufficio comunichi al contribuente uno schema di risposta con una sintetica illustrazione della propria posizione, a cui il contribuente può rispondere entro un termine non inferiore a 30 giorni.
Un nuovo codice di condotta
D’altra parte, sono state apportate modifiche al codice di condotta che dovrà essere sottoscritto da chi è già in regime di Adempimento collaborativo. Quest’ultimo è un istituto che si applica alle persone giuridiche e fisiche che hanno ricavi non inferiori ai 750 milioni di euro, valore che nel biennio 2026-2027 scenderà a 500 milioni di euro, attestandosi poi definitivamente sui 100 milioni di euro nel 2028.
Il nuovo codice prevede l’obbligo del segreto d’ufficio e un minor aggravio possibile per i contribuenti, i quali hanno un obbligo di riduzione del rischio fiscale. In questo patto rientra anche l’impegno di non investire in Paesi che presentano sistemi a fiscalità privilegiata, a meno che ciò non sia necessario per ragioni economiche evidenti.